Bayan arriva in tempo per salvare la vita a Marco, ma al giovane viene requisita la spada come punizione per aver lasciato Khanbalik senza permesso. Poco dopo, il monaco lo informa che il padre e lo zio sono tornati in città, ma ancora una volta l’incontro tra i due è teso e privo di affetto, anche perché i pensieri di Marco indugiano ancora su Kokachin. Tornato al bordello, riesce a farsi rivelare il luogo in cui si trova lo stalliere che contrabbanda le pietre preziose, ma viene improvvisamente arrestato dalla guardia imperiale prima di poterlo interrogare. Yusuf, infatti, ha scoperto che Niccolò e Matteo stanno segretamente contrabbandando il baco da seta, un reato punibile con la morte, e avendo trovato le prove proprio nella stanza di Marco ha fatto arrestare anche lui. Il Khan però, intuendo che il giovane sia innocente, lo fa liberare, quindi lo esorta a scegliere lui stesso la punizione da riservare al padre e allo zio, così da potersi liberare dai dubbi e dal tormento che affliggono il suo rapporto con loro. Nel frattempo, a Xiangyang, l’Imperatrice organizza un incontro segreto con il Khan per discutere un accordo di pace, e Kublai inaspettatamente accetta di parteciparvi, inviando come suoi delegati il figlio Jingim e il ministro Ahmed. L’incontro, nonostante le interferenze irrispettose di Ahmed, si conclude positivamente, e a Khanbalik vengono organizzati grandi festeggiamenti, ma Sidao, scoperto il piano, fa sterminare gli ambasciatori cinesi lungo la strada di ritorno, dando successivamente la colpa a Kublai; quindi, per punire la sovrana di aver cospirato alle sue spalle, sottopone Ling, cui l’imperatrice è molto affezionata, al doloroso rituale del restringimento dei piedi. Terminati i festeggiamenti, Marco e Kublai hanno un nuovo incontro per discutere circa il destino di Niccolò e Matteo, ma all’improvviso il Khan viene colpito al collo da un dardo avvelenato.